1 ricetta e 1 cosa bella n°89 (quella del caminetto di Puccini)
Il metaverso di Bloomsbury, la valletta e il giardiniere, instant pickles
Ciaone
Ti volevo raccontare come è cominciato tutto questo:
È cominciato con questo regalo per la mia Prima Comunione, una vera capsula temporale degli anni ‘70:
Sono affezionatissima a questo libro, lo so a memoria (e lo dico conscia di non sapere il numero di telefono di nessuno dei miei figli. So di non sapere, quindi sono saggissima).
Nella mia memoria visiva sono sempre rimaste ben chiare anche le illustrazioni:





Stai notando anche tu quello che noto io?
Il manuale si chiama “Il giardinaggio in casa tua”, e in copertina ci sono una ragazzina e un ragazzino - lui bonario che sovrasta lei vezzosa. Qualcuno penserà che esagero a volerci vedere per forza qualcosa di negativo: stanno mettendo un fiore in terra, sono in due, e allora?
E allora guardiamo dentro il libro: puoi “diventare un bravo giardiniere” se fai come il bambino delle illustrazioni. C’è sempre un maschio nelle parole e nelle figure.
Ok, il maschile sovraesteso è stato la norma fino a cinque minuti fa, quando ha comiciato ad essere messo in questione da poche persone con espedienti grafici e linguistici neutri, che però ancora faticano a prendere piede. Vedremo come andrà negli anni… personalmente approvo al 100% l’intento, ma non amo la ə, la u, la y, l’asterisco e le parole troncate nella vocale finale; preferisco usare quel che la lingua italiana mi mette a disposizione per rivolgermi con rispetto a “tutte le persone” e a usare frasi come “ciao, sono contenta di vederti!” invece di “ciao, benvenuto!”.
Ma torniamo al libro degli anni ‘70 con la bambina-valletta in copertina e nessuna traccia di attività femminile al suo interno: non è mica tanto normale nemmeno per quegli anni in cui i maschi giocavano a pallone e la cura dei fiori faceva parte del grooming muliebre.
Non voglio fare una tragedia personale. È evidente che la presentazione di un mondo-orto-giardino-piante in casa al 99% maschile non mi abbia tarpato le ali, perché qui sto:
Ma forse sto con un rastrello in mano perché sono nata con una voglia di foglie. E forse perché ho scoperto quanto mi desse gioia raccogliere quelle di tiglio con un rastrello alto il doppio di me quando ero ancora piccolissima, in campagna dai nonni.
Se non avessi avuto la possibilità di viverlo, quel verde, la me di 8 anni si sarebbe sentita ispirata e rappresentata da un libro che mostra solo maschi che fanno le cose?
È una consapevolezza che mi è arrivata nel 2017, sfogliando il quaderno di terza elementare di mio figlio e imbattendomi in una ricerca sui mestieri attinenti allo studio della storia: l’archeologo, lo storico, il chimico, il fotografo, il biologo. Ogni definizione corredata da un disegno fotocopiato e incollato sul quaderno: un signore col binocolo e lo scopino, un signore con gli occhiali e un libro, un signore con due ampolle e il camice, e così via.
Stranamente mancava la segretaria del dipartimento universitario di storia, quella con la catenella agli occhiali che distribuisce i libretti e fissa gli appuntamenti con i professori.
Mi sono chiesta cosa avessero provato le compagne di classe di mio figlio. Avevano preso in considerazione una di queste carriere senza farci caso? O le loro definizioni monoliticamente maschili avevano agito da deterrente?
Ne parlai durante una riunione al manipolo di insegnati più volenterose, che con me lavoravano al giornalino dell’Istitituto: si irrigidirono. Insistetti. Qualcuna capì, e promise di porre attenzione a questo tema e variare le definizioni; una si alzò e se ne andò sghignazzando e dichiarando che le cose importanti erano altre. E mi dispiacque molto per lei, per le sue alunne e per i suoi alunni, perchè entrambi i gruppi venivano silenziosamente incanalati in strade che si escludevano a vicenda.
Anzi, per niente silenziosamente: quelle parole urlavano una descrizione del mondo molto chiara e dicotomica.
Quello stesso anno, Shinsuke Yoshitake pubblicava un albo illustrato poetico e buffo, “Il libraio magico”, che parla di un negozio in cui si vendono solo libri che parlano di libri: mestieri inerenti ai libri, luoghi libreschi, libri rari etc - per ogni sezione del negozio ci sono dei racconti surreali e myazakiani - cosa potrebbe mai esserci di più immaginifico?
Eh. Magari un libro in cui le cose favolose non succedono 19 volte a degli uomini; 11 volte a un mix di uomini e donne; e 2 volte a delle donne? Ho fatto la conta, perché puoi essere poetico e buffo e magico, e molto maschio-centrico allo stesso tempo.
È semplice: come dicevo la scorsa settimana, i numeri sono numeri. Con i numeri non si discute.
Le donne, a livello mondiale:
sono il 51,6% della popolazione
fanno il 66% del lavoro
guadagnano l’11% di tutte le remunerazioni
compongono il 70% delle persone sotto la soglia di povertà
producono il 50% di tutto il cibo
possiedono l’1% della terra
Si tratta solo di rappresentare i numeri reali nel modo in cui narriamo il mondo.
1 ricetta
Instant pickles: sottaceti istantanei e dove trovarli.
In genere nel cassetto della verdura in frigo, dove c’è qualcosa che poteva essere mangiato qualche giorno fa 😬
[ravanelli tagliati a fettine, bacche di schinus (o pepe rosa) e la salamoia scritta sotto]
La ricetta è di una semplicità disarmante e si applica veramente a tutta la verdura che si può mangiare cruda (comprese le cipolle), tagliata e messa in un barattolo.
Si copre con la salamoia (non mi viene un nome migliore in questo momento), si mette in frigo e si consuma entro una settimana.
Per la salamoia:
250 gr aceto di vino bianco o di mele (però per cipolle e ravanelli va bene anche quello di vino rosso)
500 gr acqua
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio e mezzo di sale
spezie a piacere (pepe bianco, nero, rosa, verde; semi di senape, coriandolo, finocchio, cumino etc)
aromi freschi a piacere (aglio, barbe di finocchio, timo, coriandolo etc)
1 cosa bella
Anzi due:
Ho trovato queste due poltroncine di vimini in uno dei miei negozi di oggetti di seconda mano preferiti, e le ho portate in campagna! Ne ho messa una in sala da pranzo, vicino al Monet…
… e una in cucina, accanto al caminetto di Puccini.
Che, a differenza del Monet, è autentico: il nonno di Luca, il proprietario precedente, era l’amministratore della famiglia Puccini. Quando una delle varie case appartenute al mitico Giacomo venne ristrutturata, questo caminetto STUPENDO venne buttato in un angolo del giardino per essere smaltito.
Il nonno di Luca chiese di poterlo prendere e, beh… è finito nella casa che adesso è nostra!
By the way, se non hai ancora letto la storia di come è arrivata a noi questa casa, prepara il fazzoletto:
1 ricetta e 1 cosa bella n° 75 (quella della storia della casa in campagna)
Ciaone È arrivato il giorno di tirare fuori i grossi sentimenti.
Ma tornando alle sedie: non so bellissime?? E la parte incredibile è che le ho pagate 30 euro! Portate via tutte e due per 30 euro!!!
Potrebbero essere degli anni ‘30, a giudicare dal disegno. Ma anche anni ‘70 - gli anni ‘70 sono stati la golden age delle poltrone di vimini, delle borse di paglia, dei cestini di rattan… secondo te di quando sono?
Togliti una curiosità
Qui la newsletter diventa una specie di scala di Escher: è tutto collegato!
A proposito di giardiniere - nel senso di donne che fanno giardinaggio a livello professionale (anche se la ricetta della settimana è in effetti… “una giardiniera”!)…
Nel 1914 l’artista e scrittrice inglese Gertrude Jekyll diede alle stampe “Colour schemes for the flower garden”, “Il giardino dei colori” in italiano, probabilmente il libro di giardinaggio più influente di sempre.
A Jeckyll dobbiamo - fra gli altri - il concetto di giardino monocromatico, messo favolosamente in pratica a Sissinghurst Castle dalla poetessa, scrittrice e giornalista Vita Sackville-West (e da suo marito Harold Nicholson, che viene citato meno della moglie, probabilmente perché lei scrisse anche articoli e saggi di giardinaggio).
È a “Vita”, come viene evocata tout-court nel mondo dell’orticoltura, che dobbiamo l’esempio più celebre del white garden, o giardino lunare: uno spazio circoscritto in cui i fiori e le foglie corrono solo sulla palette grigio-bianco-verde, in modo da creare uno spettacolo speciale quando in estate c’è la luna piena.
Sissinghurst è il giardino più visitato del Regno Unito: pur essendo chiuso nei mesi freddi, fa 200.000 presenze all’anno (e ci si può portare il cane!). Da quasi un secolo, la carica di head garderner è quasi sempre stata coperta da donne: Sarah Cook, che lo è stata dal 1990 al 2004, a chi le chiedeva come riuscisse a fare un lavoro da uomo, in cui si spostano cose pesanti, rispondeva: “usando il cervello”.
Ora, Vita, famosa anche per essere stata l’amante di Virginia Woolf (il suo romanzo “Orlando” fu ispirato alla loro relazione), faceva parte del gruppo di Bloomsbury, così chiamato dal quartiere di Londra dove, in casa di Woolf e di Lady Ottoline Morrell, si ritrovavano gli intellettuali e artisti di spicco tra gli anni ‘10 e gli anni ‘30.
Quando si dice Bloomsbury si apre un metaverso: i dipinti di Duncan Grant, Vanessa Bell e di Dora Carrington, le poesie di Rupert Brooke, i saggi di Lytton Strachey, i romanzi di E.M. Forster, gli abiti e le collane di Lady Ottoline…
C’è un profilo b e l l i s s i m o dedicato alla produzione artistica e letteraria del gruppo: si chiama Beyond Bloomsbury (autrice:
). Ti consiglio di seguirlo, fosse solo per vedere i quadri che vengono analizzati ogni settimana.Dunque, qualche giorno fa, facendo colazione e osservando quelle due poltroncine di vimini, con il loro elegante profilo verde e la credenza di noce con le arance in un’alzata inglese degli anni ‘20, mi sono sentita… nel mio. E questo mio sapeva tantissimo di Bloomsbury. Se hai visto il film “Carrington” con Emma Thompson, sai di cosa parlo. Se non lo hai visto, lo trovi in streaming su Prime video.
Quindi, adesso immaginiamo insieme una di quelle pareti su cui i poliziotti ossessionati da un’indagine (o il trio di “Only Murders in the Building”!) appiccicano foto e indizi e li collegano con un filo rosso di lana.
Sulla parete che stiamo guardando insieme, con le braccia incrociate e la fronte studiosamente corrucciata, ci sono:
Gertrud Jekyll e il giardino dei colori
Vita Sackville-West e il giardino bianco di Sissinghurst
Virginia Woolf, amante di Vita, grandissima femminista (come ho già citato qui, “Femminista è qualsiasi donna che dice la verità sulla sua vita”)
tutte le head gardener che si sono succedute a Sissinghurst, usando il cervello (perché chi non ha braccia, ha testa)
il metaverso di Bloomsbury, in particolare i quadri di Vanessa Bell (che era sorella di Virginia Woolf)
le mie poltroncine
E infine:
“Testamento di UN GIARDINIERE” - questo è il titolo che nel 2005 l’editore italiano Franco Muzzio ha deciso di dare a un’antologia di scritti di Gertrud Jekyll. In copertina c’è il ritratto che le fece l’amico Sir Edwin Lutyens nel 1896.
Ma Gertrud Jekyll era una signora. Una famosissima signora. Si vede anche dal disegno!
Era una giardiniera, anzi LA GIARDINIERA che ha formato, in un modo o nell’altro, tutti i giardinieri del ‘900.
Sicuramente anche chi ha scritto quel “Giardinaggio in casa tua” che mi è stato regalato per la Prima Comunione, e che ha tanto influenzato la mia vita. Non so se fosse un uomo o una donna, perché il nome non c’è scritto.
Ma un sospetto ce l’ho…
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Devi rispondere a tante cose:
Il libro che mi ha foglorato da bambina è stato il manuale dell'olio Carli, quello che a 11 anni ha iniziato a farmi cucinare mentre i miei erano al lavoro.
Come te apprezzo il messaggio contro il maschile sovraesteso ma detesto troncare le parole oltretutto non è per nulla inclusivo per chi non vede perché se usa app di lettura gli va tutto in pappa.
Posso dire che mio papà era uno che faceva tutto lui ma mi ha tramandato tutto il suo sapere in soli 16 anni tanto che adesso sono quella che risolve problemi a tutta la famiglia, quindi posso dire di aver messo su una mini società matriarcale🤣 ma la cosa più bella è che dove lavoro, dove tu ben sai hanno inventato la parola patriarcato, ho un nuovo capo area che rispetta tutte le donne e se non sa una cosa chiede e si fida di noi! Siamo talmente sconvolte da questo cambio di atteggiamento che camminiamo a 10 cm da terra.
Questa newsletter è bellissima, non so perché mi ha fatto commuovere. Sarà che in questa fine del mese di marzo mi sento abbastanza emotivamente fragile. Comunque anche se parli di cose che mi erano note ci sono tante cose nuove come il film che non conoscevo. Penso che lo guarderò in aereo (si possono scaricare i film su Prime?) fra due settimane verso Londra e penso che mi farà molto piangere. Le poltroncine sono stupende e 30 euro tutte e due questo è veramente chiulo.
Un abbraccio!