1 ricetta e 1 cosa bella n°84 (quella in cui ho scoperto di avere un Monet in casa)
La Suocera Che La Nuora Non Voleva Più In Casa, è davvero Claude, le banche dei fiori.
Ciaone
Dire che li bazzico non è corretto. Non c’è niente di spontaneo nel modo in cui frequento i robivecchi, i mercatini che lavorano in contovendita e le associazioni che liquidano oggetti per cause benefiche.
Li preferisco immensamente a quelli dell’antiquariato che si svolgono per strada, nei centri storici, ad appuntamenti fissi, dove è tutto molto più caro e dove c’è già stata una cernita da parte dei negozianti: è un po’ come pescare le trote di allevamento in un laghetto artificiale - poca soddisfazione.
Quel poco di istinto predatorio che ho, da vegana lo esercito andando a caccia di occasioni e di tesori sepolti sotto metri cubi di cianfrusaglie. D’altra parte, come dicono gli inglesi: one man’s trash is another man’s treasure - la spazzatura di un uomo è un tesoro per un altro uomo.
Essendo particolarmente interessata a tutto quello che serve in cucina e a tavola, ai corredi e ai cestini, ho sempre ignorato i quadri: dopo anni di oli di clown tristi, bimbe che pregano in bassorilievi placcati argento, curati in groppa a un asinello con gli occhiali da sole di Joe Falchetto disegnati a china, tempere di nature morte regalate dalla nipote alla nonna alla fine della seconda media, mi sono semplicemente arresa al fatto che non si trova niente di papabile. Neanche di così ironicamente brutto che fa il giro e prende una sua dignità.
Mica faccio esempi a caso
Sempre… fino al giorno in cui mi sono mangiata il cappello come Rockerduck perché Lucia di
aveva postato, da un evento a favore della LILT, un ritratto di signora messo in vendita a 25€.Considero Lucia un’amica, perché quando ha traslocato mi ha regalato diverse piante, tra cui due nespoli appena nati che ormai sono dei veri alberi, e perché regalandomi il suo libro “Diario di una famiglia vegana” mi ha messa definitivamente sulla mia carreggiata. Quindi ho pensato, dopo tutti ‘sti regali magari mi fa anche un prestito?
“Lucia, già che sei lì, me lo prenderesti? Dai che è una scusa per venirti a trovare a Firenze, ci vediamo, ti invito a pranzo, e mi porto via La Suocera” (avevo già deciso che dietro quell’abbandono al mercatino doveva esserci una nuora ingrata o viceversa malversata).
Ma era troppo tardi: giustamente Lucia se lo era già comprato per sé, gli aveva tolto la cornice brutta e se lo era messo in cucina:
Da allora scherziamo che La Suocera la gufa mentre fa da mangiare solo piante (niente prosciuttino per il bambino! Ma nemmeno un ovetto del contadino??), e io coltivo la fotta di trovare un quadro altrettanto bello, altrettanto misterioso, altrettanto a buon mercato per andare in pari con La Suocera Perduta.
Ed è così che ho fatto un acquisto I N C R E D I B I L E.
Se la curiosità ti divora, salta la ricetta (che tanto non c’è niente da mangiare questa settimana) e vai alla cosa bella più sotto.
1 ricetta
Ultima puntata dello spieghino sulla stagionalità, perché dopo quella su come influisce sul gusto e sul picco nutritivo la coltivazione in serra e quella su come capire se un prodotto è di stagione senza avere un almanacco del contadino sott’occhio, chiudo con i benefici che traiamo fisiologicamente da frutta e verdura coltivate all’aperto nelle nostre zone.
Primavera: è la stagione della rinascita e del risveglio. Sarebbe ideale una dieta leggera, che stimoli la purificazione e che includa molta verdura fresca, germogli, cereali come l'orzo e la segale, e frutta come fragole e mele (che non sono di stagione, ma come abbiamo visto sono un frutto “climaterico”) .
Estate: è consigliato consumare cibi rinfrescanti e leggeri. Verdura cruda, frutta fresca, insalate, legumi e cereali leggeri come il riso integrale sono ideali. Da evitare i cibi pesanti, grassi o caldi.
Autunno: si prepara il corpo per l'inverno. Il cambiamento di stagione richiede una dieta che rafforzi il sistema immunitario e riscaldi il corpo. Ortaggi come zucche, cavoli, radici e legumi sono molto utili. È consigliato anche l'uso di spezie calde come lo zenzero e la curcuma.
Inverno: il corpo ha bisogno di riscaldamento e protezione. Si prediligono zuppe, stufati, cibi ricchi di carboidrati complessi (come miglio e farro) e legumi. Gli alimenti ricchi di proteine e quelli che stimolano il metabolismo, come le radici e i tuberi, sono essenziali per sostenere il corpo durante il freddo.
Ti è stata utile questa guida in tre puntate? O preferisci ricevere solo ricette schiette? Fammelo sapere, così mi regolo! (Comunque la prossima settimana troverai qui degli scone strepitosi, fatti con una ricotta vegetale - anticipo foto!)
1 cosa bella
Mentre aspettavo che il gommista del tacco 14 mi sistemasse la macchina, sono andata a perlustrare uno dei mercatini della mia ronda abituale (a onor del vero, ho scelto il gommista in questione perché ha l’officina lì davanti, sapendo che avrei avuto un’ora da, ehm, “spendere” in qualche modo mentre lui lavorava).
Mi serviva una caraffa, che ho trovato:
4€, tiene un litro e mezzo ed è molto maneggevole, oltre che bella!
E ovviamente, ho aguzzato la vista su e giù per tutte le pareti. E l’ho visto.
L’ho visto subito che non era come gli altri anche se, con il vetro impolverato e quel passepartout di tela beige anni ‘80 profilato d’oro, per un occhio meno determinato poteva confondersi con il resto della spazzatura.
Una guache di qualche dilettante locale? Però, che gusto per i colori, che armonia nella composizione, che bel soggetto. No, dai, deve trattarsi di un vero artista: questo quadro È BELLO. Molto bello.
Vuoi vedere che vale anche dei soldi? Lo stacco subito dalla parete e lo porto alla cassa, prima che la coppia tre metri dietro di me si faccia venire delle idee. Mi metto anche a contrattare per lasciare qui la cornice, che toglierò in ogni caso: qui vendono anche cornici, mi faccio fare lo sconto e mi porto a casa la soddisfazione di aver vinto al gioco del suq.
Ok, la signora non ne vuole sapere di tenersi la cornice. Le do i 20€ che mi ha chiesto e torno dal gommista prima che qualcuno si accorga che questo quadro è da livello-museo. Dentro di me strillo per l’eccitazione. MADONNA QUANTO È BELLO!
Gli faccio delle foto nel bagagliaio come se lo avessi rapito - pessima battuta, lo so, ma rapito dai cattivi che non sanno apprezzarlo per restituirlo al mondo dei buoni che riconoscono al sua bellezza. Come La Suocera Che La Nuora Non Voleva Più In Casa.
Le mando a Lucia! Anzi no, aspetto di arrivare a casa e le mando la sequenza mercatino-bagagliaio-sala da pranzo! Mi farà i complimenti senz’altro!
Mio marito è sorpreso: siamo molto pignoli e snob sui quadri, abbiamo la fortuna di averne ereditati di molto belli, facciamo viaggi internazionali per andare a vedere le mostre che ci interessano di più e abbiamo circa 200 cataloghi in casa. Eppure mi dà ragione: ho trovato davvero un tesoro, valorizzerà la sala da pranzo. Vale la pena rivedere l’assetto di tutti gli altri quadri.
Lo guardiamo appoggiato sopra la credenza mentre facciamo colazione il giorno dopo. La scena ha un’aria familiare.
Potrebbe essere uno scorcio del lago di Massaciuccoli, dice lui, che si trova in questa regione; c’è una pagoda come quella del quadro proprio davanti la casa di Puccini. Con una licenza poetica, però, osservo io: i monti non sono così vicini, il lago è ampio, questo pare più un grosso stagno.
Continuiamo a congratularci tra di noi. Però io mi merito una menzione speciale per l’occhio fino, o no? Non manco di ricordare che mi sono laureata con 110 e lode a Lettere, nel Dipartimento di Storia dell’Arte. Vedi che studiare serve, dico rivolgendomi a mio figlio che rotea gli occhi al cielo.
Faccio una videochiamata con Clyo, amica giardiniera che vive in Inghilterra. Per ringraziarla dei consigli sulla potatura delle rose, le annuncio che le faccio vedere una cosa bella:
“Caspita, bello davvero!”
*io tutta fiera*
“Ma non sarà una copia di un quadro famoso?”
*io mi incupisco* “Ok, lo so che ha un’aria familiare, ma non ho voluto fare una ricerca con Google Photo, non voglio scoprire che è solo un’esercitazione”
“Sembra un Monet… non sarà una stampa?”
“Ma no, guarda che pennellate vivide, e i colori…!”
“Ma almeno hai guardato la firma?”
*ffffffffff* “Oooook…”
*metto gli occhiali* “Claude M…”
Ecco perché aveva un’aria familiare.
[la mia amica Vittoria davanti l’originale, al Met di New York]
Ci vorrebbe un audio qui, per riprodurre quanto abbiamo riso, e pianto per le risate, ululando di ilarità: è stata una catena di Sant’Antonio: io sono scoppiata per prima, poi Clyo dal telefono, mio marito che ci ha sentite da fuori ed è rientrato, infine il ragazzino che ha prodotto solo un sorrisetto sarcastico - genere “ho visto quando serve studiare, fare viaggi internazionali per andare a vedere le mostre e tenere circa 200 cataloghi in casa”.
Quando poco dopo è venuta a pranzo mia madre, ha notato subito il quadro appoggiato sopra la credenza e ha detto: “ma che bello, dove lo hai trovato??”.
Non ho detto “al Metropolitan di New York”, dove la gente paga 30 dollari per vedere La Grenouillère di Monet, così famoso che pure Renoir glielo copiò. Ho detto: “dal rigattiere davanti al gommista, per 20 euro!”.
Insomma, per un giorno mi sono sentita Arsenio Lupin che infila in una vecchia, insospettabile Dacia sporca di fango e peli di cane un quadro che lo sistema per la vita: l’ultimo colpo, la celebrità immortale.
Togliti una curiosità
Dove vanno a finire tutte quelle piante e tutti quei fiori che vengono usatti per poche ore - una sfilata, un evento aziendale, una mostra, un matrimonio, un funerale?
Buttarli è impensabile, ma nemmeno recuperarli è facile.
Ad esempio a Genova abbiamo Euroflora da quasi 60 anni: una grandissima fiera dedicata alle piante ornamentali da interni e esterni. Quando chiude, dopo una settimana di esposizione, ci sono decine di migliaia di piante stanche - ma ancora vive - che spesso i vivai non si portano indietro perché non sono vendibili come quelle fresche che hanno in sede, reputando che non valga la pena curarle e rimetterle in sesto.
Eppure invece di essere rese accessibili alla cittadinanza… non lo sono. Nemmeno pagandole con uno sconto. Non è solo uno spreco: è un massacro che mi manda ai matti!
Però, così come ci sono i banchi alimentari, cominciano ad esserci anche i banchi delle piante.
A Milano c’è l’associazione Re-Plant che adotta piante da eventi, sfilate, vetrine, traslochi; prende anche in consegna piante malate e gli fa la spa (o la clinica, se il caso è grave). Poi le rivende ad offerta libera. Vale assolutamente la pena andare a vedere il suo vivaio per farsi o fare un regalo.
A Londra c’è Ursula Stone di The Flower Bank, che ritira fiori da - appunto - sfilate, matrimoni, funerali, supermercati, fioristi - e li usa nelle RSA con persone anziane o disabili per fare laboratori in cui vengono coinvolti anche i loro parenti; per tenere corsi su come si arrangiano bouquet e ghirlande; per rinverdire aiuole pubbliche insieme a volontari; per vendere decorazioni sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico (perché costano molto meno di quelle dei negozi “normali”).
Guarda come è gioiosa questa corona realizzata con le potature del giardino di un suo amico e avanzi di fiori del supermercato: ora so esattamente cosa voglio sia appoggiato sulla mia bara!
Stone usa il suo shop anche come punto di raccolta di beni necessari ad altre realtà: a inizio inverno erano cappotti per persone indigenti; ora che si avvicina la lambing season (il periodo in cui nascono gli agnelli) sono asciugamani per una fattoria didattica.
La chiamano “la Robin Hood dei fiori”, ma con quella zazzera e quel rossetto anarchico, a me fa pensare più a Robert Smith dei Cure.
E la trovo bellissima.
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In preda al sonno non avevo capito bene il finale 😁 ho letto la newsletter mentre facevo colazione e mi è andato il caffè di traverso 🤣 Non ci si annoia mai con le tue lettere del martedì Sasha!! Avevo proprio bisogno di ridere un po' di me e del mio mononeurone!! ❤️
Buongiorno, ho iniziato la giornata con una bella risata , adoro i mercatini dell’usato e mi ci perdo sempre , meglio se senza marito .