1 ricetta e 1 cosa bella n°95 (quella che non ero io, era Tolstoj)
Aceto di sambuco ('tis the season), il mistero della Settimana Enigmistica Mitomane, io e mia madre macchiaiole
Ciaone
Una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere.
E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura,
libri, musica, amore per il prossimo.
Questa è la mia idea di felicità.
È una citazione da “La vita domestica” di Tolstoj: me l’ha mandata una lettrice (grazie ancora, Maddalena!), avendola vista su Instagram e avendo pensato d’istinto che ne fossi l’autrice.
Quattro prime reazioni:
Tolstoj è il nome che mi viene in mente quando mi chiedono chi è il mio scrittore preferito e devo rispondere entro un secondo perchè ho una pistola puntata alla tempia.
Ho un ritratto di Tolstoj fatto a matita da mia nonna Liliana appeso sopra la mia scrivania a Genova, ed è una delle mie cose più care.
La figlia preferita di Tolstoj si chiamava Sasha (che brutto pensare che avesse una figlia preferita, un uomo così buono. PERÒ SI CHIAMAVA SASHA).
Tolstoj era buono. Due sono le sue frasi più ricordate: la prima è “le famiglie felici sono tutte uguali” (che se la batte con “era una notte buia e tempestosa” e “è una verita universalmente riconosciuta che…” come incipit più famosi: ci si fanno i rebus sulla Settimana Enigmistica!). La seconda è “se i macelli avessero le pareti di vetro, saremmo tutti vegetariani”.
Caro Lev, con me sfondi una porta aperta e quindi… ecco una ricetta tutta vegetale!
1 ricetta
[avrai notato che spesso i miei video non sono… fluidi; è che, invece di avere la steadycam, ho la alguinzagliocan che mi strattona improvvisamente]
Come per le castagne e le ciliegie, la stagione dei fiori di sambuco è una, è breve, e non la puoi artefare con serre e impollinazioni forzate.
Quella stagione è qui adesso, e io non mi stancherò mai di raccomandare a chiunque mi capiti a tiro di fare l’aceto al sambuco.
Quindi sì, l’ho detto l’anno scorso, e l’anno prima, e forse anche tre anni fa, e lo ridirò l’anno prossimo.
Stacce.
Qui c’è la ricetta, con video molto bucolico.
1 cosa bella
Cartoline dai miei due/tre giorni della settimana in cui conduco la mia vita ideale - tranquilla, appartata, in campagna, facendo un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità:



È successo che i topi hanno mangiato le reti per la raccolta delle olive. Erano riposte nello shed e puzzavano di urina. Ce ne siamo accorti quando le abbiamo stese al sole e alla pioggia per lavarle e asciugarle prima di traslocarle nel pigeon, dove speriamo la situazione sia più… stagna (qui ho raccontato la geografia e i nomi che abbiamo dato ai vari angoli del podere).
Dopo due settimane di esposizione agli elementi (tra cui un nubifragio), io e mia madre ci siamo messe lì, come La Longa e Mena dei Malavoglia, a ricucire i buchi.
A suturare con i nodi da pescatore, chiacchierando con calma, con tranquille pause di silenzio.
Mi sembrava di stare dentro uno di quei quadri del periodo post-risorgimentale di Silvestro Lega, che ho sempre trovato sottilissimo e struggente nel suo cogliere le attività muliebri sotto la luce Toscana:
[Eleonora Tommasi che cuce in giardino, collezione privata]
[Alla villa di Poggiopiano]
[Il pergolato, Pinacoteca di Brera]
[Le cucitrici in terrazza, collezione Bietoletti]
Se anche tu apprezzi la scuola dei Macchiaioli, mi rendo utile: ti presento la Società di Belle Arti (e questo articolo di Elisabetta Matteucci in particolare). Non credo ci sia un riferimento più autorevole e specializzato in materia.
Ogni anno, tra estate e primo autunno, la SBA allestisce una mostra sui Macchiaioli e/o gli artisti attivi in Toscana tra ‘800 e ‘900. Non ne ho mai persa una, e ho sempre visto dipinti commoventi. Matteucci è una curatrice trascinante, attentissima al dettaglio che sa far esplodere un’emozione.
Dal 31 maggio al 9 novembre ci sarà la monografica dedicata a Eugenio Cecconi, proprio nel forte che dà il nome a Forte dei Marmi. Ci vediamo lì?
Togliamoci una curiosità
Quando ho intravisto una Settimana Enigmistica senza busta nella cassetta della posta alle nove di sera, cassetta che avevo vuotato nel pomeriggio, ho pensato: che strano.
Poi l’ho aperta, e ci ho trovato dentro questa:




Un numero vecchio tutto risolto, compilato, giocato.
Vibe Twin Peaks immediata.
Mi spiego: mio marito riceve la sua copia ogni giovedì da anni, in una busta di carta bianca (arrivava in una busta di plastica trasparente, poi lui ha scritto alla redazione per suggerire un imballaggio meno inquinante. Sì, come i vecchi che scrivono “Egregio Direttore” e poi si lamentano di qualcosa. Lo amo moltissimo).
Devo precisare che gli ho regalato io il primo abbonamento per un anniversario di matrimonio, e poi quando ho visto che tutte le nostre sere si concludevano con un’ora sulle parole crociate a schema libero, e che mentre cercavo di dormire nonostante la luce accesa e gli scuotimenti (Guarda, ho finito! Vedi? C’è scritto “solo per solutori più che abili!”), beh, signori della corte, io quell’abbonamento non glielo ho più rinnovato - come se avessi salutato una au pair molto gnocca dopo un periodo di prova che, succede 🤷♀️!, non ha funzionato.
Peccato che lui da allora se lo rinnova da solo.
Ma divago.
Che significava, quella Settimana Enigmistica “finita” messa proprio nella cassetta di uno che si pregia di essere un solutore più che abile®?
Un “so cosa hai fatto l’estate scorsa”?
Un “guarda che sono capace anche io”?
Un “so dove abiti e dove vanno a scuola i tuoi figli”?
In ogni caso, inquietante. Kaiser Sose is coming-livello di inquietudine.
Il mattino dopo, uscendo di casa, ho trovato un’altra Settimana Enigmistica “finita” tra le sbarre del cancello del mio vicino. Pochi metri dopo, un’altra ancora, tra il marciapiede e la strada, come se fosse stata infilata sotto i tergicristalli di una macchina parcheggiata e poi buttata in terra come un santino elettorale o un volantino “compro auto chilometrate”.
Ah.
Allora non siamo noi, quelli nel centro del mirino del nostro amichevole Enigmista di quartiere?
O forse è una mossa delle tre carte/tre Settimane Enigmistiche per sviare le indagini?
Quindi: diamo via alle supposizioni. Che significa tutto questo?
Foto della settimana
Ancora nello spirito tolstojano di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, condivido la mia scoperta di questi giorni: patate novelle bollite, fredde, lasciate sul tavolo in una zuppiera, da cui attingere ogni volta che ci passo o mi ci siedo accanto.
[ieri, scrivendo questa newsletter: niente olio, niente scaglie di sale - sono buone così, sono le patatine OG]
Era russo ed era vegetariano: vuoi che non le mangiasse anche Lev Tolstoj? O almeno… Sasha?!
Spassiba!
Oggi il mio vicino in campagna mi ha regalato l’aceto che fa col suo vino rosso e le uova delle sue galline, e poi mi ha detto che emano luce e energia.
L’altro ieri un altro vicino mi ha lasciato 14 pompelmi attaccati alla recinzione (e la settimana scorsa anche delle uova - sono particolarmente grata per le uova che do al posto della carne a mio figlio, che è onnivoro ma spero che prima o poi si converta).
Io per loro ho l’aceto di sambuco in posa, lo riceveranno questa domenica.
Fare un complimento, suscitare un sorriso, lasciare una sorpresa, bearsi della propria gratitudine… tutto questo è contagioso! Hai presente tutti quei muscoli della faccia che si attivano per la contentezza?
Quindi, GRAZIE per i like, i commenti, le condivisioni, e soprattutto le conversazioni che nascono sotto questa newsletter 🤗
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Bellissimo😍 spero che tu sappia che ti ho chiamato Sasha proprio per la figlia di Tolstoy!🤗 Cmq secondo me, sembriamo le "cucitrici di reti" di Vincent, il mio artista preferito🤷♀️ anche se certamente i Macchiaoli non sono da meno.....
Non ho proprio nessuna idea da suggerire per il misterioso lanciatore di settimane enigmistiche... io l'estate scorsa lanciavo semini di "becchetti" (non so come si chiamano in italiano... li ha sempre chiamati così mia mamma... se trovo uno foto te la mando) dall'auto tornando dal lavoro, nella speranza che qualcuno si infilasse in qualche aiuola e fiorisse (come miss Runphius.. io la amo!! https://www.edizionidiatlantide.it/prodotto/miss-rumphius/)