1 ricetta e 1 cosa bella n° 47 (quella solo in pigiama, con le angurie)
Ciaone
Non riesco a pensare a niente di brillante da dire come saluto, perché sono le 11 di sera, siamo in campagna e Sugar sta abbaiando da un'ora e mezza facendo rimbombare la casa e la mia testa.
È l'ora della caccia degli animali selvatici e lei vorrebbe essere là fuori a fare brutto a cinghiali, volpi, istrici, tassi, faine.
Tutta quella fauna che i proprietari precedenti vedevano grazie a una fototrappola installata in giardino, ma che teoricamente qui non entrerà più da quando ci siamo "guantanamati" con una recinzione anti-cinghiale, e che a noi serve soprattutto a non fare uscire il nostro cane.
Quindi, passiamo subito alla ricetta della settimana!
Una ricetta
RISOTTO ALLE MADORLE da FI-GU-RO-NE!
Ecco come fare un risotto gourmet, veramente elegante, usando solo ingredienti vegetali.
Una cosa bella
"Solo il pigiama, pensavo che sarei rientrata dopo due giorni al massimo".
Ho chiesto a Elham cosa si è portata via quando ha lasciato la sua casa, nel nord di Gaza, mentre dopo 200 giorni di assedio si stava finalmente preparando per evacuare se stessa e i suoi tre bambini in Egitto.
Avevo romanticamente pensato: mi racconterà di un bracciale della nonna, di una foto dei suoi genitori da giovani, delle sue scarpe più fru-fru.
E invece non ha niente della sua vita pre-9 ottobre: non c'è più la sua casa, il suo negozio di make-up, l'amica d'infanzia con cui lo aveva aperto, la nipote di 12 anni. C'è lo shock dei suoi figli che devono fare i conti con il fatto che la loro cugina preferita è stata assassinata.
Elham (29 anni), Waseem (11 anni), Ebi (6 anni) e Ameer (10 anni) prima di salire sul bus che li ha portati in Egitto: le loro vite sono salve grazie alle donazioni di privati cittadini italiani.
Ho conosciuto Elham questo inverno, su Instagram.
Aveva creato un gofundme per raccogliere i soldi necessari per pagare visto e viaggio verso il Cairo, dove vivono due delle sue sorelle.
Abbiamo passato giornate a chattare usando un traduttore automatico, diventando amiche del tipo a cui si confidano cose molto, molto private.
La lontananza sembrava blindare questa discrezione, ma era una lontanza misurabile solo in chilometri, perché diventavamo più vicine ogni ora.
Ogni ora sotto il ronzio dei droni, ogni ora in cui non mi rispondeva e vedevo su AL Jazeera che c'erano stati altri bombardamenti sulle tende dei rifugiati e lei non dava segni di vita.
Letteralmente.
Poi arrivava sempre, e mi diceva: scusa, non c'era connessione, come stai habibte?
Come sto io 😑
Io, nella mia casa piena di cibo, di caloriferi, di medicine, di sveglie per andare al lavoro e a scuola, di Netflix, di piante, di pizze take away, di phon per asciugarmi i capelli, della banalità del dentifricio che finisce e si ricompra, di poter dire che il mio roman empire è la tenerezza con cui Travis Kelce tiene sempre una manona su Taylor Swift.
Adesso Elham e i bambini sono al sicuro, e riusciamo a fare videochiamate quando vogliamo - basta che sia presente sua sorella Hanadi, che parla inglese e ci fa da interprete.
C'è un'intimità speciale, nel vederci in pigiama all'ora di colazione: il suo ha delle fette di anguria sbiadite, il mio è una vecchia tshirt di mio marito. Io ho i miei occhiali rossi e lei i capelli ondulati raccolti in una coda spessa come un mio braccio, così lunga che anche se allontana il telefono, non sta nello schermo. Raperonzolo le spiccia casa.
Siamo tra donne e bambini, e quindi non tiene il velo.
Hanadi invece ha un taglio liscissimo e scalato: il velo lei non lo porta perché non le piace.
Le guardo e penso che hanno una pelle di alabastro, 'ste due ragazze, ché pare vivano col filtro Paris incorporato.
Esorto Elham ad andare a comprarsi dei trucchi nuovi, solo perché so che li ama - io onestamente penso che sia bellissima al naturale.
Confesso che sono pigra e inetta e infastidita nel truccarmi, e Hanadi mi dice una cosa a cui io - che ho una visione totalmente servile del make-up (nasconde le occhiaie, fa risaltare gli occhi, dà colorito) - non ho mai preso in considerazione: "Per me truccarmi vuol dire esprimere i miei stati d'animo. Scelgo i colori a seconda del mio umore o di quello che voglio dire... ad esempio usando verde e giallo sugli occhi".
Come si truccherà Elham, nella sua vita nuova da costruire?
È di fatto una mamma single in terra straniera. Ha divorziato dal padre dei bambini, che per legge palestinese ne ha l'affidamento, ma che li ha lasciati andare con lei.
Lui, come il resto degli amici e dei parenti di Elham, non ha avuto la possibilità di fuggire.
Solo per mancanza di soldi.
Questo è il gofundme di Elham.
Qui è dove ti chiedo di supportare lei e i bambini con una donazione, anche di un euro: tanti pochi fanno assai, e ogni cifra fa comunque una differenza e n o r m e, a chi non ha i soldi per comprarsi il dentifricio quando finisce.
Grazie, di cuore, da parte mia.
Togliti una curiosità
Ho conosciuto ieri uno dei miei vicini in campagna: si chiama Luciano, è quello che fornisce il soundscape di galli che cantano e colombi che tubano a tutte le ore - li avrai sentiti in tutti i video che posto quando sono qui.
In realtà devo parlare al passato: gli stavo giusto dicendo che Ninja fa la posta al suo pollaio attraverso la recinzione, quando lui mi ha risposto con gli occhi lucidi: "Non ci sono più, venerdì notte è entrata una faina e ha ucciso tutti tranne una gallina e i suoi due pulcini, perchè erano in una gabbia di protezione".
Tutti?? Ma quanti erano?
"40. Più i colombi."
Ma quante faine erano??
"Una sola."
Non è possibile, come ha potuto??
"Le faine sono animali solitari. Non mangiano i polli, gli fanno un buchino nel collo e gli succhiano il sangue."
Mi accorgo ora del silenzio che arriva dal lato di Luciano, e di quanto sono ancora naif nella mia visione così arcadica della vita in campagna.
La faina, che è tanto bellina ed è grande come un gatto, può fare una tale strage, da sola.
Non ne avevo il minimo sospetto. E tu, lo sapevi??